L'uso dell'aloe vera è molto antico, come testimoniato dal testo cuneiforme di alcune tavolette d'argilla ritrovate sul finire dell'Ottocento da un gruppo di archeologi nella città mesopotamica di Nippur, nei pressi di Bagdad, Iraq, e databili attorno al 2000 a.C. Nel testo si legge "... le foglie assomigliavano a foderi di coltelli". L'aloe era nota e utilizzata anche presso gli egizi (es. citata nel "papiro Ebers" del 1550 a.C.) per i preparati per l'imbalsamazione (da qui "pianta dell'immortalità") o per la cura e l'igiene del corpo o come cicatrizzante[3], nonchè citata svariate volte nella Bibbia (es. Giovanni 19, 39: "...e portಠuna mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre" ) quale pianta aromatica o per la preparazione degli unguenti prima della sepoltura
Lo studio sistematico di questa pianta ebbe inizio solo nel 1959 grazie a Bill Coats, un farmacista texano, che mise a punto un processo per stabilizzare la polpa aprendo la strada alla commercializzazione dell'aloe senza più problemi di ossidazione e fermentazione. Parallelamente il governo americano dichiarಠufficialmente le proprietà curative di questa pianta per il trattamento delle ustioni. Da allora gli studi sull'aloe sono molto attivi in tutto il mondo.
Da un punto di vista chimico si possono distinguere tre grandi classi di componenti nell'aloe: gli zuccheri complessi, in particolare glucomannani tra cui spicca l'acemannano, nel gel trasparente interno con proprietà immuno-stimolanti; gli antrachinoni nella parte verde coriacea della foglia ad azione fortemente lassativa e poi svariate altre sostanze come sali minerali, vitamine, aminoacidi, acidi organici, fosfolipidi, enzimi, lignine e saponine.
Il nome Aloe Vera è stato usato per la prima volta da Linneo, come Aloe perfoliata var. vera (1753), tuttavia la descrizione di Linneo dell'Aloe vera come specie a se stante è successiva alla descrizione di Miller dell' Aloe barbadensis (1768), pur trattandosi sicuramente di esemplari della stessa specie. Inoltre il nome "barbadensis" venne attribuito da Miller a esemplari raccolti sull'isola di Barbados (nelle Piccole Antille), sicuramente discendenti da qualche pianta di Aloe lasciata sull'isola dai navigatori portoghesi o spagnoli oltre due secoli prima.
Estratti e preparati a base di aloe vera sono stati finora proposti per le supposte proprietà :
Rigeneranti: stimola la crescita dell'epitelio sulle ferite;
Proteolitiche e cicatrizzanti: dissolve e assorbe enzimaticamente le cellule morte o danneggiate;
Antinfiammatorie: accompagna e aiuta a superare il processo infiammatorio;
Umettanti: è idratante e favorisce l'idratazione dei tessuti della pelle;
Analgesiche: dà sollievo al dolore;
Fungicide: ostacola la crescita dei funghi;
Virostatiche: ostacola la crescita dei virus;
Antibiotiche: ostacola la crescita dei batteri;
Emostatica: riduce la fuoriuscita di sangue nelle lesioni;
Lenitive: dà sollievo nel prurito;
Disintossicanti: aiuta la disintossicazione del corpo dalle tossine.